Ricordi di un anno

 31/12/2019

I ricordi iniziano…

La sveglia suona, sono circa le 9:30 ed io da buon mattiniero la spengo e torno a dormire. Per un puro caso la sveglia-promemoria che avevo impostato ieri, risuona e mi salva da un sonno che sarebbe potuto durare altre tre orette buone.

Ancora in pigiama scendo per fare una misera colazione composta da tè e qualche biscottino. Rimango quasi incantato nel vedere come il calore dell’acqua calda si eleva quasi come se facesse un balletto, è proprio in questo momento in cui i pensieri e ricordi tornano alla mente…

Il 2019 è ormai alla fine ma che cosa mi rimarrà?

I cambiamenti:

Per me è stato un anno in cui mi sono dovuto abituare a dei cambiamenti. Uno tra tutti è stato il non avere più mio fratello in casa visto che lavora a torino ed abita lì. Ciò ha portato a dovermi riorganizzare in tutto.

Le cose che in casa spettavano a noi figli, ora spettano solo più a me ed in casa passo la maggior parte del tempo da solo, ma dopo un po’ ci si fa l’abitudine…Questo naturalmente è solo uno dei tanti cambiamenti che il 2019 ha riservato per me. Tanto l’emozioni sono sempre le stesse, la paura è costante e il baratro del cambiamento è un respiro smorzato dalla tosse.

Piccola metafora:

Il cambiamento è come una tassa che tutti devono pagare per poter oltrepassare il passaggio a livello. Chi, per caso, non si sentisse ancora in grado di accettare i cambiamenti, rimane fermo davanti alla sbarra fino a quando non riuscirà a pagarlo.

Perché non esiste una via d’uscita se non accettare che le cose cambino. Poiché se tutto cambia vuol dire che noi siamo pronti ad approcciare in maniera consona al cambiamento senza che questo ci devasti interiormente.

Che cosa mi frena perennemente?

Pensare.

E’ forse l’azione più difficile ed inconsapevole che l’uomo fa.  All’inizio penso al cambiamento come una sfida da affrontare ed è incoraggiante sapere che ci sia competizione nella quale mettersi in gioco. Solo che poi scopro contro chi mi devo scontrare. Come in uno specchio mi vedo riflesso e sono intimorito perché so di dover battermi contro me stesso per poter cambiare. In quel momento scappo via e lascio che lo specchio sia vuoto e che tutto rimanga com’era. Senza che nulla cambi.

Risulta sempre facile scrivere sui cambiamenti quando non si è realmente coinvolti.Non lo è, invece, quando a subire un cambiamento sono io. Tutto appare differente, surreale e non riesco a realizzare che come vivevo ieri non posso vivere oggi e sognare domani.

Quello di cui scrivo, naturalmente, non vale per tutti i cambiamenti ma solo per alcuni, per i quali non dormi la notte ed il giorno rimani a fissare le ore che passano senza battere ciglio.

Loro, che seguono o sono seguiti da dolore, tristezza, solitudine e debolezza. Sono momenti in cui il mondo sembra caderti addosso senza che tu possa fare molto, come quando manca il respiro per qualche secondo e credi che sia arrivato il tuo ultimo giorno ed invece no, però ciò che in quei pochissimi secondi hai passato ti hanno distrutto interiormente. Sono cambiamenti drastici, che di certo non siamo noi a sceglierli ma che ci vengono imposti senza avere la possibilità di obbiettare…

Oggi più di altri giorni, penso a tutti i cambiamenti che ho dovuto affrontare… Riflettere sul peso che questi avevano per me e poi alla loro valenza reale… Tutto è al contrario. Spesso ogni piccola novità la percepisco come un fardello di problemi più grande di quello che in realtà è. Il guaio è che tendo a ragionare come tutti, cioè che le novità spaventano e se qualcosa ci spaventa poi non riusciamo a ragionare e pensare con attenzione e perciò agiamo frettolosamente.

Questi sono i pensieri del penultimo giorno dell’anno, affannati, insicuri ma che ricordano il mio anno. Saturo, appunto, di cambiamenti e di novità e chissà se il tempo non ne riserverà altre per le prossime, ultime ore…

#9

 

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