Se potessi tornerei

Se potessi tornerei

Ho scritto sulle note del telefono “è tempo di partire”. L’ho fatto e ora leggere questa frase mi spezza il cuore, sento che si frantuma dentro me e crolla. Quanti giorni, quante settimane sono passate dal momento in cui l’ho scritto. Adesso che non mi sento più me stesso, ora che sono alla scrivania e la mente è lontana e il cuore è perso. 

Vorrei partire da giugno, di nuovo, puff! uno schiocco di dita e sarei lì. Probabilmente mi troverei ad affrontare gli esami. Pagina dopo pagina leggerei tanti manuali e ogni giorno sarei pronto a perdermi nell’ansia di non farcela e allo stesso tempo per qualche minuto chiuderei gli occhi per respirare forte. 

Parte l’estate e penso a cosa farò dopo gli esami, dove andrò e come sopporterò il caldo infame che qui a Torino mi prosciuga. A inizio luglio sarei lì a sognare l’odore del mare e avrei i capelli duri per il sale mentre guardo l’acqua che diventa arancione con il tramonto. 

Vorrei svegliarmi in un posto diverso ogni mattina. Vorrei vedere l’alba in riva al mare con i gabbiani che dalle prime ore del giorno mi fanno compagnia mentre l’odore del caffè amaro mi scalda il cuore. 

Tornerei a luglio senza timore di camminare sulla neve, attraversare quell’infido punto e arrivare su in cima. Da lì avrei visto dall’alto le piccole ombre del mondo, avrei pensato di chiamarti e per qualche minuto mi sarei perso nell’orizzonte.

Ora che anche agosto sta finendo mi sento un po’ sconfitto, schiavo dei miei pensieri e di quelle giornate uguali, monotone che torneranno. Ad agosto avrei voluto sentire il vento sfiorarmi i capelli, avrei voluto ridere del mio naso scottato e mi sarei gustato una pizza in riva al mare, in compagnia e solitudine.

Mi manca l’adolescenza, quando in vacanza con la mia famiglia mi perdevo a navigare tra isole e spiagge greche. Il mare era salato ma il suo fondale era dolce e luminoso. Le caprette ci salutavano dalle spiagge, pronte a difendere un posto ancora intatto. Mi manca, a volte, addormentarmi in riva al mare in una tenda umida, lì ho scritto una delle mie prime poesie che mai potrò scordare. 

A volte vorrei solo che la testa si sentisse più leggera, che sognasse senza timore di essere altrove, anche se il corpo fosse qui, in un giorno di ordinaria vita mentre l’estate mi saluta.